Il mondo attraverso l'oblò di Capitan Nemo

29 opere di Adriano Alunni esposte sino al 3 ottobre presso la galleria La Borgognona di Roma

Lontani dai ricatti ideologici e dai forti richiami di schieramento, questi difficili anni '90 offrono, almeno in campo artistico, una grande libertà . Ogni personalità formata - per i giovani le cose sono più difficili - è oggi totalmente libera nella propria ricerca. Col risultato che si manifestano esperienze assolutamente in margine alle grandi suddivisioni, come per esempio astratto e figurativo, e spesso fuori dai maggiori centri urbani.
E un movimento centrifugo, rispetto alle linee dominanti, che coinvolge anche i tempi. Come grandi stelle comete che incrocino le loro code, resti dei maggiori movimenti dei decenni scorsi si intersecano in una nuova e ritardata contemporaneità.
La passione per il passato recente, quasi una fedeltà , si allinea al progetto del futuro.
Di questa particolare situazione di sfasatura la mostra antologica di Adriano Alunni (Città di Castello, 1928) è esemplare.

La povertà delle Bidonville degli anni '70 è rappresentata con un' astrazione realistica, tagliente, come se lo sguardo entrasse nel vivo dei volumi, nella lucida follia del quotidiano. Questi oli, di una figuratività incisa (Marcello Venturi, in catalogo, parla di "resa ottica"), si riconnettono ai recentissimi acrilici in forma di oblò. La loro tinteggiatura minuta e' realizzata con la tecnica domestica del rullo da ducotone. Le stesure liquide e impreziosite fissano il mondo delicato d' un naturalista. Nel mezzo, nella produzione degli anni '80, Alunni sembra abbandonarsi alla nostalgia per la grande tradizione avanguardistica.
Ed ecco il ritorno al grande concittadino, Alberto Burri.
Così in Quadrato bianco o nella Grande tela ('87 '88), gli spessori materici del colore, indagati trent' anni prima da Burri, e i segni filiformi di una sperimentata pittura "linguistica", convergono sulla tela con la gioiosa leggerezza di un terreno familiare.
La serie delle Bidonville e quella degli Oblò si conferma, però, come lo spazio più autonomo e originale.
All' incrocio fra una resa figurativa di dettagli e un' astrazione di macchie contornate e fissate dal chiaroscuro delle ombre, questo spazio si colloca in una zona di frontiera.
Qui sta l' attualità e la forza espressiva di un' esperienza pittorica che sa ridare importanza allo sguardo. E forse questo il maggior significato della serie, delle osservazioni marine: come da tanti oblò, un capitan Nemo smaliziato e felice conduce le proprie osservazioni su Coralli e Fiamme sommerse.

ADRIANO ALUNNI Galleria La Borgognona di via del Corso 525 Roma, sino al 3 ottobre

Krumm Ermanno
Pagina 23 (19 settembre 1993) - Corriere della Sera