Franciscus Gloriosus

Nei primi decenni del trecento un grottesco ha dipinto quella che per me rimane teologicamente la più alta e visivamente la più giubilare di tutta la miriade di immagini di Francesco d’Assisi realizzate nel suo santuario primario. Intendo dire l’allegorico Franciscus gloriosus nella vela principale della volta a crociera che fa da tribuna al Sepolcro del Santo. L’immagine francescana fu pensata in contrapposizione a quella di fronte che raffigura il Santo da Cristo unito a nozze con una cenciosa Madonna Povertà.

La bina sequenza era stata ispirata ai frati committenti dall’antifona liturgica sanfrancescana mutuata a sua volta dall’ufficio di San Martino di Tours: Francesco povero e umile entra ricco nel cielo onorato con inni celesti. La ricchezza spirituale veniva ad essere glorificata come risvolto escatologico della povertà materiale abbracciata volontariamente per il Regno dei cieli. Nella cultura artistica del tempo l’oro non è colore, è luce di Dio trasmessa ai suoi servi fedeli. Francesco ora brilla di tale luce perché rivestito a festa come figlio, amico e commensale di Dio. Il Francesco di Adriano Alunni va guardato e goduto in questo quadro ermeneutica storico - terrestre ed escatologico - celeste dell’avventura umana ed evangelica del Poverello di Assisi.

Ai lati dell’immagine - partendo dalla reliquia del saio di Francesco, conservato nella cappella delle Reliquie della Basilica di San Francesco - Alunni ricostruisce il saio rattoppato che Francesco vivente indossava da giullare del Vangelo. Il dettaglio fa memoria non solo della scelta della via stretta della beatitudine dei poveri ma anche della solidarietà attiva e promotiva con i “minori” del tempo. Su richiamo pauperistico di fondo emerge Francesco giubilante, rivestito prismaticamente a festa.
I lineamenti del volto ricordano quelli di Francesco nel celebre affresco di Cimabue nella basilica inferiore. Le toppe del saio storico si trasformano - come per alchemica azione di grazia - in mille sfaccettature prismatiche della cromìa più sontuosa, simbolo di opulenza spirituale.

Ogni sfaccettatura riproduce un un monumento romano o medievale di Assisi, un santuario, una sua chiesina,un frammento, un affresco, una porta urbica merlata a foggia guelfa o ghibellina. Sul petto del Santo i due Santuari sepolcrali gemelli di Francesco e Chiara, baricentro del movimento pellegrino ad Assisi. È Francesco rivestito di Assisi, la città che gli ha dato i natali e che gli fu tanto ostile in un primo momento dopo la svolta evangelica, ma che da lui è stata impreziosita e resa gloriosa in tutto il mondo, dal momento che tramite lui è divenuta capitale di arte e di fede. Dante Alighieri cantò Francesco nella metafora del ‘Sole che sorge‘ facendo diventare Assisi il luminoso ‘Oriente’ che prelude a un nuovo giorno di storia umana!

Il genio estetico umbro di Adriano Alunni (Città di Castello) ci ha donato questa giubilare, scintillante immagine di Francesco che è e rimarrà senza dubbio l’immagine più assisiana finora mai realizzata dell’Amabile Patriarca di Assisi.

 

P. Pasquale Magro

 



L’ opera è stata donata dall’artista alla Basilica di San Francesco di Assisi dopo essere stata esposta all’interno del transetto della Basilica Superiore in occasione del Natale 1999